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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254846
Saltini, Guglielmo Enrico 24 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

amico sincero: il quale per rivendicarlo dall’oblio immeritato ne scrisse una bella memoria biografica. E veramente fu degno di lode, perchè ebbe nell

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condusse a fine degnamente. La facciata di mezzogiorno e molte interne parti di questa fabbrica saranno sempre al loro architetto argomento di bella lode

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FRANCESCO PACCAGNINI di Montalcino (n. 1780, m. 1832) non mancò di sapere. È fatta sul suo disegno la bella scala del convento di Sant’Agostino a

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, facendosi legge lo studio dell’antico e i nuovi esempi della bella scuola del Paoletti. Tali il Paccagnini di Montanino; il Fantastici, il Santi, il

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Il conte LUIGI CAMBRAY DIGNY fiorentino (n. 1779, morto 22 febbraio 1843) fu anch’esso della bella scuola. D’ingegno pronto e fatto sicuro dai buoni

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bella forma, sufficiente ampiezza, e rende molto bene la voce. — LORENZO NOTTOLINI (n. 6 maggio 1687, m. 12 settembre 1851) fu architetto e ingegnere

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tempi; e il severo e dotto restauro della bella e antichissima chiesa del Santo Sepolcro, opera medioevale del Diotisalvi. Le memorie scientifiche che

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Santa Maria del Fiore pel concorso del venturo anno. — Francesco Mazzei fiorentino (n. 1806) è salito in bella fama pel suo amore agli antichi monumenti

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dato anche alla scultura un valente maestro, chiamando da Roma a bella posta INNOCENZIO SPINAZZI, uno dei primarj che allora fiorissero in quella

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Imperiale. E tanto anche allora parve bella, che si volle conservata tra i cimelj nel regio palazzo. Oggi è all’Esposizione di Londra.

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Pisa sulla piazza di Santa Caterina, la bella statua colossale di Pietro Leopoldo, avvolta nel romano paludamento e in atto di porgere ai Pisani le

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merito. — Niccola Bazzanti fiorentino (n. 1802), è pure un artista degno di bella ricordanza. La sua gentile Diana che si bagna, e la statua d’Andrea

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esterni e superficiali, e fecero opera da non sapersi desiderare più bella, nè migliore. Morto il Susini gli successe il nostro Francesco, e col figliuolo

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ignobilmente finire, senza nemmeno la gloria della bella morte. Abbandonata la imitazione della natura, e la scelta di quel bello, che in gran parte nel

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, fu giudicato superiore a quante pitture erano state fatte da un secolo. Grandioso lo stile, bella la composizione, corretto il disegno, buono il

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pregi di disegno; l’amplia tela per la galleria fiorentina de’ principi Corsini, esprimente Priamo trascinato a morte da Pirro, quadro di assai bella

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, acquistò bella fama. Colorito bellissimo e generalmente armonioso, assai rilievo nelle figure, larghezza nel disegnare, ed effetto sempre stupendo, ecco i

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genere, guadagnando bella riputazione, che bastano a confermargli appresso di noi quei due della regia Galleria di Firenze: i padri Cappuccini che

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de Lellis per quella di Santa Maria Maggiore, e la mezza figura della Sunninese, smentirono la bella espettativa. — Paolo Sarti di Firenze (n. in sul

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E primo d’ogni altro per ordine di tempo si fa innanzi nella bella schiera dei nostri CARLO GREGORI di Firenze (n. 1719, m. 1759) che fu incisore a

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; intorno alla più vera effigie della quale lesse (1824) nella Società Colombaria, a cui appartenne, una bella ed erudita memoria. — GALGANO CIPRIANI

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Ma l’allievo del Morghen che più sali in fama tra noi, e che oggi è capo di una bella e fiorente scuola d’incisori, è Antonio Perfetti di Firenze (n

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del Cardellino e l’altra la Bella Giardiniera, opere insigni di Raffaello, furono da lui incise maestrevolmente a genere finito, e la prima in ispecial

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appresso di tutti il desiderio nostro ardentissimo di deporre una fronda sull’altare di questa bella e gloriosa terra toscana, cultrice antica e

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